L’incendio di Notre-Dame de Paris è un evento spaventoso, che ha molte lezioni per chiunque voglia conoscere il diritto del patrimonio francese. Solleva anche questioni cruciali che vanno ben oltre il quadro della legge francese e possono essere applicate all’Italia.
Per prima cosa esamineremo l’edificio e i danni causati ad esso (1). In secondo luogo, esamineremo alcuni concetti e aspetti legali essenziali per la comprensione dell’argomento (2), prima di esaminare il contenuto della legge sul restauro di Notre Dame e le questioni che solleva (3).

1. Notre-Dame de Paris in due Parole

La Cattedrale di Notre-Dame de Paris fu iniziata sotto l’impulso del vescovo Maurice de Sully e la sua costruzione va dal 1163 alla metà del XIV secolo. La cattedrale originale è in stile primo gotico.
Numerosi lavori di manutenzione e restauro sono stati intrapresi nel corso degli anni, ma il restauro più importante fu eseguito tra il 1845 e il 1867 dal famoso Eugène Viollet-Leduc, che apportò modifiche in stile gotico radioso.
Questo grande restauro di Notre-Dame aveva già sollevato grandi questioni sul rispetto dell’opera originale. Il restauro di Eugène Viollet-Leduc non era infatti fedele all’opera originale, ma rispondeva piuttosto ad un approccio teorico “fantasmatico” da parte del restauratore.

2. Notre-Dame de Paris: cattedrale di proprietà dello Stato

La Francia è uno stato laico. Questo laicismo, che prese gradualmente piede dall’instaurazione della Terza Repubblica (1875-1840), raggiunse la sua fase più importante con l’adozione della legge del 9 dicembre 1905 sulla separazione delle Chiese e dello Stato.
L’articolo 1 della legge garantisce la libertà di coscienza e di culto. L’articolo 2 afferma che “La Repubblica non riconosce, paga o sovvenziona alcuna religione”.
Di conseguenza, la proprietà appartenente alle persone pubbliche incaricate del culto (gli stabilimenti religiosi pubblici) è stata trasferita ad associazioni, persone giuridiche di diritto privato.
Tuttavia, l’articolo 12 afferma che

“Gli edifici che sono stati messi a disposizione della nazione e che, in virtù della legge del 18 Germinal anno X, sono utilizzati per l’esercizio pubblico del culto o l’alloggio dei loro ministri (cattedrali, chiese, cappelle, templi, sinagoghe, arcivescovadi, vescovadi, presbiteri, seminari), così come le loro dipendenze immobili e gli oggetti mobili che li arredavano al momento della consegna dei suddetti edifici ai culti, sono e rimangono proprietà dello Stato, dei dipartimenti, dei comuni e degli stabilimenti pubblici di cooperazione intercomunale che hanno assunto la competenza in materia di edifici dei culti.
Per questi edifici, come per quelli successivi alla legge del 18 Germinal Anno X, di cui sono proprietari lo Stato, i dipartimenti e i comuni, comprese le facoltà teologiche protestanti, si procederà secondo le disposizioni dei seguenti articoli”.

La legge del 18 Germinal Anno X secondo il calendario rivoluzionario (8 aprile 1802 nel calendario gregoriano) ratificò l’accordo tra Francia e Santa Sede conosciuto come Concordato. In cambio dell’abbandono delle proprietà della chiesa che erano state vendute dal 1790, lo Stato garantiva una remunerazione adeguata a vescovi e parroci.
Le chiese e le cattedrali, che erano diventate proprietà dello Stato e dei comuni dopo la Rivoluzione Francese, rimanevano di loro proprietà ma lo Stato si impegnava a metterle a disposizione dei parroci e dei vescovi.
La legge del 1905, che perpetua le disposizioni della legge del 1802 e del Concordato per quanto riguarda i beni immobili, afferma quindi che le cattedrali sono proprietà dello Stato e le chiese sono proprietà dei comuni.
Notre-Dame de Paris non fa eccezione: è proprietà dello Stato francese.

3. Notre-Dame fa parte del dominio pubblico

 

4. Notre-Dame è un monumento storico

La protezione dei monumenti storici è, per lo Stato, una preoccupazione che risale al primo terzo del XIX secolo ma la legge principale sulla protezione dei monumenti storici risale alla legge del 31 dicembre 1913 sui monumenti storici.

5. La legge del 29 luglio 2019

Dopo l’incendio di Notre-Dame, il Parlamento ha rapidamente approvato la legge n. 2019-803 del 29 luglio 2019 per la conservazione e il restauro della Cattedrale di Notre-Dame a Parigi e che istituisce una sottoscrizione nazionale a tale scopo.
Questa legge ha un duplice interesse: da un lato prevede un’operazione di finanziamento pubblico su larga scala e dall’altro organizza il completamento accelerato dell’opera.

 Conseil d’Etat, Avis, 297863 du 23 avril 2019 : https://www.legifrance.gouv.fr/contenu/Media/Files/autour-de-la-loi/legislatif-et-reglementaire/avis-du-ce/2019/avis_ce_micx1911677l_pjl_restauration_et_conservation_notre-dame_cm_24.04.2019.pdf

4.1 La legge del 29 luglio 2019 e le donazioni

4.2 La legge del 29 luglio 2019 e la ricostruzione accelerata di Notre-Dame

Come si legge spesso, la politica contemporanea non è una questione di tempo. La legge del 29 luglio 2019 ne è una nuova illustrazione. Emmanuel Macron, Presidente della Repubblica, voleva che i lavori di restauro di Notre-Dame fossero completati entro il tempo eccezionalmente breve di 5 anni. Per farlo, voleva rinunciare a tutte le leggi che potevano rallentare il processo.

Come nota Marie Cornu, è il valore eccezionale di certe proprietà che giustifica il loro trattamento come monumenti storici o patrimoni nazionali e l’applicazione di una legislazione particolarmente protettiva. Qui questi elementi fondamentali della protezione sono trattati come veri e propri ostacoli ad un restauro la cui velocità sarebbe l’aspetto più importante (Marie Cornu, “Le temps du droit, le temps des pierres. À propos de Notre Dame de Paris, le roman législatif’, Droit et société (blog), 9 settembre 2019, https://ds.hypotheses.org/6263).
Naturalmente la velocità del restauro non è affatto rilevante per la protezione del patrimonio architettonico, per quanto scioccante sia stato l’incendio a cui tutto il mondo ha assistito.